Forse perché stanno cacciando, quando dovrebbero pescare! Io m’intendo di caccia perché una volta lo facevo. Ma non spesso. Come la maggior parte dei Cristiani, non mi sentivo a mio agio nell’invadere la privacy delle altre persone ed imporre conversazioni religiose che loro non volevano. Nella nostra cultura, la religione di una persona viene considerata come una faccenda privata – non sono affari degli altri. Però ci viene insegnato di evangelizzare in un modo invadente, a volte persino in un modo contenzioso. Noi scegliamo una vittima, iniziamo il discorso in un modo scaltro, e poi procediamo con un piccolo sermone preconfezionato. Quasi tutti i libri di evangelizzazione nella mia libreria consigliano i modi migliori per cacciare.

Ma nelle Scritture vediamo Gesù e gli apostoli che pescano. Un approccio molto diverso. Sia Paolo che Pietro descrivono l’evangelizzazione come principalmente il rispondere alle domande che fanno le persone. Noi spieghiamo il vangelo alle persone che lo vogliono ascoltare! Che differenza! In questo modo, evangelizzare diventa gradevole!
Un problema con la caccia è che dobbiamo avvicinarci alle persone in un modo indiscriminato. Non sappiamo cosa sta succedendo nei loro cuori. E’ un colpo nel buio.
Potremmo accidentalmente trovare qualcuno che cerca, ma il più delle volte le nostre vittime saranno indifferenti od ostili al vangelo – oppure potrebbero comportarsi in quella maniera perché li abbiamo colti di sorpresa. E noi odiamo essere rifiutati.
Ma l’approccio nelle Scritture è di pescare fuori quelli che cercano, fra tutti gli altri non credenti, e concentrarci su di loro. Ma come individuiamo quelli che cercano? Attraverso le loro domande. E come riusciamo a fargli fare le domande? Attraverso il nostro stile di vita Cristiano attraente e le parole adatte ed occasionali che riguardano il Signore. Nell’oceano di persone di questo mondo, ad ognuno di noi vengono assegnate certe pozzanghere — la nostra famiglia estesa, il nostro vicinato, il nostro posto di lavoro o a scuola, i nostri contatti professionali ed i club sociali – ogni posto in cui i non credenti hanno l’opportunità di osservare le nostre vite. Il Vangelo non deve essere solo ascoltato, ma anche visto.

Qual è l’esca che attrae le persone che cercano?
Paolo mette l’enfasi su quattro cose.
1. L’integrità personale, l’onestà, la veridicità, la pazienza, la purità morale, ecc.
2. Fare il meglio nei nostri posti di lavoro, come se il nostro titolare fosse Gesù Cristo stesso! Lavorare di tutto cuore, coscienziosamente, scrupolosamente e creativamente
3. Rapporti premurosi con le persone intorno a noi, specialmente le persone ferite – non dandogli solo il Vangelo, ma anche noi stessi.
4 Commenti appropriati riguardo Dio – non punteggiando ogni frase con la religione, ma dicendo le parole adatte al momento giusto.
Vedi Colossesi 4: 5, 6: ” Procedete con sapienza verso quelli di fuori riscattando il tempo. Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come vi conviene rispondere a ciascuno.”
Paolo enfatizzava uno stile di vita biblico anche in un vicinato e posto di lavoro immorale ed idolatra. La prossima clausola significa essere non solo zelanti, ma usare ogni opportunità (il “tempo” qui è kairos).
Poi il nostro parlare dovrebbe essere con grazia in ogni situazione, ma non sdolcinato. Piuttosto, dovrebbe indurre a far pensare ed a far domande. Per Paolo, l’evangelizzazione era uno stile di vita ed il rispondere alle domande di quelli che cercavano.
Paolo si aspettava che i convertiti evangelizzavano alle persone intorno a loro — specialmente sul posto di lavoro (o a scuola). Lui dimostra come vivere una vita santa in una società infognata – nessuno aveva mai visto prima un Cristiano! Lui mostra un’etica lavorativa biblica che era essenziale se i pigri, ladri, taccheggiatori, e schiavi indegni dovevano diventare credenti forti, ed avere famiglie sane e produrre chiese indipendenti. Più di tutto, lui modella evangelizzazione laica, non pagata – un approccio che era ideale per il posto di lavoro, e che non allontanava le persone.
Guardiamo 1 Pietro 3:14-17, in cui Pietro insegna lo stesso approccio della pesca, non solo perché è ideale per le persone che lavorano, ma perché è anche ideale nella severa persecuzione. “Non abbiate di loro alcun timore e non vi turbate. . . “ Paura di chi? I persecutori, le autorità. Loro non ti possono toccare senza il permesso di Dio! Noi dobbiamo crederci. “Anzi santificate il Signore Dio nei vostri cuori.” Siate consci della sua presenza. Abbiate un attitudine di adorazione. Dipendi da lui nella crisi. “Siate sempre pronti a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domandi spiegazione della speranza che è in voi con mansuetudine e timore.” Con grazia. “Avendo una buona coscienza affinché, quando vi accusano di essere dei malfattori, vengano svergognati coloro che calunniano la vostra buona condotta in Cristo.” Stile di vita. Avere un comportamento ed un parlare che induce alle domande. Di che cos’è che chiederanno, quelli che cercano? La speranza dei Cristiani. Come possono i Cristiani ad essere pazienti, gentili e speranzosi quando affrontano la persecuzione fisica, la discriminazione economica e la perdita delle loro proprietà?
Ci sono molti altri benefici a questa evangelizzazione di pesca che viene insegnato da Paolo e Pietro. Permette a quelli che cercano, di intraprendere le conversazioni iniziali al loro passo, quando sono pronti loro. Le domande di quelli che cercano, ti mostrano esattamente le risposte che hanno bisogno — quelle per cui sono pronti. Tu scopri quello che lo Spirito Santo sta già facendo in loro, così puoi pazientemente collaborare con lui, invece di correre avanti a lui.
Non aver paura delle domande. Rispondi sempre come un allievo, non in un modo autorevole. In questo modo sembrerai meno minaccioso, e ti toglierà la pressione. Non hai mai detto che avevi tutte le risposte. A volte potresti dire, “Fammi pensare a questo fino a domani così ti posso dare una spiegazione chiara.” Dopo le prime tre o quattro domande, puoi dire, “Io non sono un luminare su questo soggetto, ma vorrei che tu vedessi quello che Gesù diceva a riguardo.” (Oppure Paolo o Giovanni) Poi fai uno studio biblico a quattr’occhi di due o tre versetti. Questo porterà ad altre domande. Suggerisci che vi trovate insieme il giorno dopo, per studiare un passo più lungo. Questi piccoli studi in genere diventano settimanali, in cui quello che cerca, invita altre persone che cercano. Questi studi biblici evangelistici – o investigativi, sono molto efficaci nel vincere le persone che cercano, ad una fede in Gesù Cristo, perché sono pazienti, completi e fatti ad hoc per l’individuo.

Rebecca Pippert
Articolo tradotto da Daniele Wiens

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